Si comincia sempre da qui, dal basso. A piccoli passi.
Stando attenti a dove si mettono i piedi.
Ed anche perché lì, in fondo, possiamo ritrovare le nostre tracce, capire dove siamo stati, capire dove andremo.
E dove andremo?
Si comincia guardando giù, nella profondità delle nostre ombre, per poi – piano piano – rialzare lo sguardo e scorgere tutte le strade che possiamo prendere.
A piccoli passi.
Sta a noi, sta alle nostre gambe, alla forza del nostro passo, lento o svelto che sia, all’energia della nostra corsa.
Si comincia e non si finisce mai, anche quando siamo di fretta e i piedi, laggiù, non li sentiamo neanche più.
Ma sorridiamo.
E allora, forse, è proprio in quel momento che ci accorgiamo di una magia, sentiamo che qualcosa è cambiato.
Non sentiamo più il peso, ma la consapevolezza di iniziare a volare.
Mantenere la rotta di questo volo è forse, dopo, l’impresa più difficile. Il rischio di cadute è altissimo, ma è proprio la luce che abbiamo raggiunto che ci porta poi a capire come planare, sfruttando le correnti, per scendere giù e risalire.