come finestre

Siamo come finestre. Possiamo stare chiusi e osservare il mondo dall’interno oppure possiamo aprirci e guardare fuori. Possiamo addirittura uscire da noi e osservare quella finestra, dall’esterno.
E accorgerci che basta cambiare prospettiva per percepire uno stesso paesaggio in modo differente.
Ciò che prima ci appariva appannato, aprendoci, acquista nuove tonalità, esprime sfumature diversificate.
Ci rendiamo conto che nel mare davanti a noi non c’è solo acqua, ma può esserci tempesta, calma, pace.
E, cosa ancor più sorprendente, ci accorgiamo che può esserci pace nella tempesta e caos nella calma piatta.
In quel mare.
Quel mare che oramai abbiamo fatto entrare dentro, rompendo i vetri della nostra finestra, scardinando tutto.
E non ci interessa. Perché non siamo neanche più quella finestra, forse siamo solo il gesto che ci porta ad aprire.
Forse siamo qualcosa che non si può neppure spiegare.
Forse siamo mare.

La frase presente nell’illustrazione è tratta da “Stagno” dei Subsonica.

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